Identità culturale e senso di appartenenza degli adottati internazionalmente

La Commissione Adozioni Internazionali, sulla stregua di un’indagine condotta in diverse scuole differenti per ordine e grado nel centro e nord Italia, da cui emergevano contraddizioni nella percezione da parte degli insegnanti riguardo all'appartenenza socioculturale degli alunni adottati, ha proposto una ricerca sull’identità culturale e di appartenenza, individuando tre obiettivi di indagine:
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ampliare le conoscenze relative alle tematiche sopra citate, così da acquisire una maggiore consapevolezza sul complesso processo di integrazione dell’adottato internazionalmente;
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indagare sulla tutela delle origini quale elemento facilitatore e costruttore di un senso di identità coeso che prevenga criticità derivanti dal senso di discontinuità dell’esperienza e dalle possibili ripercussioni di esso sul piano identitario;
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offrire ai nuclei familiari e ai servizi attivi in ambito adottivo maggiori conoscenze sul ruolo dell’identità nel processo di crescita e formazione dell’individuo, fornendo indicazioni utili alla facilitazione del percorso di costruzione di una narrazione personale coerente e comprensiva del legame con le origini.
I dati sono stati raccolti tramite una piattaforma web, con tre questionari distinti per madre, padre e figlio, somministrati autonomamente. Al 20 gennaio 2024, sono stati raccolti 389 questionari, ma, dopo un processo di validazione, il numero di questionari validi è sceso a 206, permettendo di ricostruire 73 abbinamenti tra figli e genitori, con 60 terne complete.
I dati emersi da tale studio consentono, comunque, una riflessione sul delicato processo dell’identità culturale e del senso di appartenenza.
Le aree indagate possono essere sintetizzate in 6 categorie:
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Nome originario
Dall’indagine è emerso che la maggior parte dei genitori adottivi (64 madri e 63 padri) ha scelto di mantenere il nome originario del figlio, ritenendolo un elemento centrale dell’identità dello stesso oltre che un legame con le origini. Nei pochi casi di cambio del nome (2 madri e 4 padri), le motivazioni riportate includevano consigli ricevuti o una preferenza soggettiva.
La maggioranza degli adottati (73 su 76) ha confermato di aver mantenuto il nome originario, esprimendo nella maggior parte dei casi soddisfazione per questa scelta (60 soggetti), mentre una minoranza si è dichiarata indifferente (10) o insoddisfatta (3).
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Lingua originaria e processo di assimilazione nell’adozione internazionale
L’indagine evidenzia un divario significativo tra le percezioni dei genitori e quelle dei figli riguardo alla lingua originaria.
La maggioranza dei genitori (56 madri e 58 padri) ricorda che, al momento dell’adozione, il figlio parlava la lingua ufficiale del Paese di origine, ma la lingua originaria sembra essere stata dimenticata dalla maggior parte degli adottati.
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Percezione delle differenze somatiche e culturali nell’adozione internazionale
L’indagine evidenzia come la percezione delle differenze somatiche e culturali tra genitori e figli adottivi vari significativamente.
Circa la metà dei genitori (34 madri e 32 padri) osserva caratteristiche somatiche nei propri figli che richiamano il Paese di origine, come il colore della pelle e i lineamenti del viso. Questo riflette una consapevolezza visibile delle differenze fisiche legate all’etnia e alla provenienza geografica.
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Il punto di vista dei genitori sul tema delle origini
Dall'indagine emerge che la maggior parte dei genitori ha un'opinione positiva del Paese di origine del figlio ed è interessata a conoscerne la cultura, parlando con il figlio di aspetti socio-culturali come cucina, storia, lingua e situazione sociopolitica.
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La visione degli adottati sul tema delle origini
La maggioranza degli adottati ha un'opinione positiva del Paese di origine e conserva ricordi legati al periodo precedente l'adozione, principalmente della struttura in cui erano ospitati, del personale, delle attività svolte e delle relazioni con altri bambini. Alcuni ricordano anche luoghi specifici come la casa, la scuola, il parco e il mare. Sorprendentemente, molti adottati si riferiscono principalmente al contesto comunitario in cui vivevano piuttosto che ai membri della famiglia d'origine.
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Appartenenza socioculturale
Il senso di appartenenza socio-culturale degli adottati e la percezione dei genitori mostrano, al riguardo, una predominanza dell'identificazione con la cultura italiana. Per quanto riguarda gli adottati, la maggior parte dei ragazzi si identifica con una doppia appartenenza, con una maggiore inclinazione a considerare l'Italia come il loro Paese di appartenenza, ma anche mantenendo un legame con il Paese d'origine.
Conclusioni
Le conclusioni, seppur, come detto, con il limite del numero esiguo di partecipanti, evidenziano il complesso processo di costruzione identitaria degli adottati internazionalmente, che coinvolge una continua integrazione tra le radici culturali di origine e l'adattamento alla cultura del Paese ospitante. Questo processo, non privo di difficoltà, può portare gli adottati a rinnegare il legame con le proprie origini o, al contrario, a manifestarlo apertamente, a seconda del contesto familiare e sociale. I legami familiari e, in particolare, la rete interpersonale, sono fondamentali nel favorire il senso di appartenenza e la costruzione di un'identità coerente che integri entrambi i mondi. Inoltre, il mantenimento di aspetti come il nome, la lingua e le tradizioni legate alle origini, è riconosciuto come essenziale dai genitori per il benessere dei figli, così come la memoria dei periodi preadottivi, che può avere un significato proprio nel presente. La partecipazione dei genitori in questo processo narrativo è cruciale per evitare vissuti di frammentazione identitaria. Tuttavia, in alcuni casi, i genitori possono non sentire di essere pronti a discutere apertamente delle origini, creando un circolo vizioso che impedisce ai figli di esplorare liberamente il tema dell'adozione.
Grato a quanti hanno partecipato all’indagine, il lavoro svolto rappresenta, comunque, un importante contributo alla comprensione del fenomeno studiato ed evidenzia la complessità della problematica affrontata e la necessità di ulteriori approfondimenti.
Durante questo percorso sono emerse, difatti, preziose indicazioni metodologiche che potranno essere utili per futuri studi sullo stesso tema o su ambiti correlati.
Il Vice Presidente
Dr. Vincenzo Starita